Terrapiattisti e analfabeti funzionali. Siamo ancora presi in ostaggio dalla curva sud

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di Luca Cappellini – Non è possibile negare che mai come oggi la società sia ostaggio di un grosso problema nella comprensione della realtà. Attraverso l’amplificazione dei social e grazie al modo di fare disinformazione in televisione, i discorsi sulla politica e le discussioni sui temi sociali confermano la sensazione che il confronto pubblico è per la maggior parte composto dal peggior tifo da curva sud, abbinato alla più scadente disinformazione.
Da epistocratici non ci dobbiamo far condizionare dalle sensazioni ma con pragmatismo e metodo scientifico abbiamo l’opportunità di utilizzare i dati disponibili e misurando i numeri verificare se le nostre preoccupazioni possono essere motivate.


Partiamo con l’ultimo rapporto Censis (il 55° riferito al 2021) sulla situazione sociale in Italia: si evidenzia che il 5,8% degli italiani credono che la terra non sia sferica, il 10% che l’uomo non sia mai andato sulla luna, che il 19,9% pensa che il 5G sia uno strumento di controllo della popolazione, il 5,9% che il Covid non esiste e il 10,9% è convinto che il vaccino anti-Covid non sia utile. Dati più recenti confermano questa tendenza: in un sondaggio di marzo 2023 da parte di SWG viene certificato che il 17% degli italiani pensa che l’olocausto non sia mai avvenuto, il 18% crede che i rettiliani siano tra noi, hanno le sembianze di alcuni politici e governano il mondo, il 25% crede plausibile che i vaccini siano un metodo di controllo di massa attraverso la tecnologia 5G. Altri studi confermano queste tendenze irrazionali che purtroppo dimostrano con pochi margini che le nostre preoccupazioni sono motivate.


Le ragioni per le quali queste percentuali sono così pesanti sono da ricondurre ad un mix micidiale dovuto principalmente alle seguenti anomalie cognitive:
• Analfabetismo funzionale. In un mondo dove l’analfabetismo è stato sconfitto, è in crescita nel nostro paese la percentuale di persone che sapendo leggere e scrivere hanno perso la competenza di comprendere un breve testo e non riescono a concentrarsi e capire brevi istruzioni. Risulta impossibile per loro leggere e arricchirsi grazie ad una lettura che potrebbe fargli comprendere, da parte di chi è preparato e ha studiato l’argomento, i semplici o complessi fatti che stanno attraversando il mondo. Vari studi indicano tra il 30% al 50% la popolazione italiana affetta da analfabetismo funzionale.


• Effetto Dunning Kruger. E’ un effetto cognitivo che distorce la percezione di comprendere un determinato argomento. Secondo questo studio, emerge che persone poco preparate hanno la convinzione di conoscere approfonditamente un determinato tema mentre esperti del settore, che hanno studiato per anni lo stesso argomento, hanno il dubbio di non conoscerlo abbastanza.
Gli psicologi David Dunning e Justin Kruger fecero uno studio all’interno della loro università interrogando studenti e docenti dei corsi di psicologia della Cornell Univeristy. Gli studenti dei primi anni sovrastimavano il proprio livello di performance e abilità mentre gli studenti degli ultimi anni e i professori, oggettivamente più esperti e preparati, tendevano a sottovalutare la propria competenza. Questo atteggiamento è riscontrabile sui Social dove il calzolaio sotto casa e l’imbianchino della porta accanto parlano con “competenza” delle teorie sul controllo del clima attraverso la bio-ingegneria e l’utilizzo delle scie chimiche e l’estetista, durante il trattamento di bellezza, non si risparmia nello spiegarci il funzionamento della proteina Spike utilizzata nei vaccini mRNA (casi realmente accaduti che posso documentare).


• Effetto Flynn inverso. Il Quoziente intellettivo, misurato attraverso test appositi, riporta con una misura numerica il quoziente socio-culturale, in pratica l’intelligenza e lo sviluppo cognitivo della persona. Da quando è possibile misurarlo, nel mondo industrializzato, questo valore nella popolazione è stato sempre in crescita. Dal 1938 e fino a metà degli anni ’80 la linea di crescita, chiamata effetto Flynn, ha sempre avuto ottimi risultati e in costante aumento, è sempre stata una speranza per un futuro migliore. Popolazioni più intelligenti presupponevano scelte sociali, politiche e una qualità della vita migliori.
Dagli anni ’80 questo coefficiente ha avuto una frenata e dagli anni 2000 una preoccupante inversione di tendenza. In parole poco scientifiche la popolazione sta procedendo verso una strada in discesa verso il baratro di una maggior stupidità.


Questi effetti negativi sulla parte cognitiva della popolazione hanno molte cause. Partendo da un peggiore programma scolastico, un maggior tempo trascorso sui videogiochi, passando dall’abuso dei social e di una forte diminuzione della lettura di giornali e libri, questi effetti si stanno amplificando. I tempi di attenzione sono in diminuzione non solo nella lettura o nell’ascoltare una conferenza ma anche nella visione dei video, alcuni studi certificano che se pochi anni fa la media di attenzione si attestava su qualche minuto oggi i video per essere visualizzabili in maniera virale devono non essere più lunghi di qualche decina di secondi. Non volendo rientrare nella categoria dei complottisti non possiamo negare che questa diminuzione della capacità critica, di analisi e di comprensione della realtà sia un comodo strumento di controllo da parte del politico di turno che con facilità e a basso costo riesce a muovere e indirizzare verso la propria parte ampi consensi.


I numeri non ci consentono di essere ottimisti sul futuro. Ma non possiamo neppure arrenderci e dare per vinta la partita. Nel nostro piccolo possiamo promuovere la lettura spiegando quanto sia divertente l’ultimo romanzo letto, invitare amici e parenti a partecipare ad eventi culturali, essere d’esempio e pubblicare sui social la nostra visita ad un museo. Utilizziamo gli stessi strumenti moderni che stanno degenerando verso questo declino cognitivo, i social, i video e i dispositivi tecnologici per promuovere la cultura, per raccontare come si verifica una fake news e come si smonta uno slogan. Non rimaniamo indifferenti e non arrendiamoci.

Luca Cappellini

Warehouse Stock Manager in azienda leader delle Grande Distribuzione Organizzata. Bibliomane appassionato e quando i quattro figli lo permettono si dedica all’arte della navigazione a vela e al violento gioco degli scacchi. La parola usata più di frequente è “pragmatismo”.

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