VANNACI E APOSTOLICO, COMPETENZE E IMPARZIALITA’ TRA PUBBLICO E PRIVATO

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di Luca Cappellini – Due fatti che ultimamente mi hanno dimostrato che si possano erroneamente avere idee diametralmente differenti su temi simili.

Questa incoerenza è dovuta ad un impianto ideologico farcito da preconcetti. Per chi promuove l’epistocrazia, la conoscenza degli argomenti e la non manipolabilità non è un buon metodo .


L’uscita del libro “il mondo al contrario” del generale Vannacci mi ha fatto riflettere se è orretto che un militare possa esprimersi con idee politiche, addirittura con un libro e le quotidiane “ospitate” nei talk show.


Premesso che i temi affrontati, quanto più distanti dai miei ideali e troppo prossimi all’intolleranza per le minoranze, mi avevano già fatto propendere sulla convinzione che un militare, per lo più di alto grado, non avrebbe dovuto esprimere opinioni che non difendano tutti i cittadini, in particolare guardando alle minoranze.


Mi ero posto anche il problema della libertà di espressione: per questo principio chiunque avrebbe il diritto di esprimersi su qualsiasi ideale? Qui la risposta l’ho trovata nel paradosso di Popper che recita “Noi dovremmo proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti; se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi.”


Sul caso Vannacci la mia sentenza è stata emessa. Un militare che rappresenta tutti i cittadini non avrebbe dovuto esprimersi politicamente.


A contrapporsi al mio personale verdetto arriva una vera sentenza. Il 30 settembre Iolanda Apostolico, giudice del tribunale di Catania, ha disapplicato il decreto del governo Meloni che prevedeva il trattenimento di tre richiedenti asilo nel Cpr di Pozzallo, disapplicando anche la garanzia finanziaria da 4.938 euro ai richiedenti asilo per evitare la detenzione.

Alle polemiche sulla sentenza, si sono aggiunti i video sui social, dove si vede il giudice in prima fila ad una manifestazione organizzata dall’estrema sinistra nel 2018 per chiedere lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti.


Tra richieste di dimissioni e accuse di complottare contro il governo, la mia personale opinione è stata quella che sia giusto anteporre la valutazione sulla serietà della sentenza a prescindere dalle opinioni personali di chi l’ha emessa.

La professionalità deve superare le proprie idee, come un calciatore che tifa Milan se viene ingaggiato dall’Inter, essendo un professionista dovrà essere giudicato sulle performance convinti che non farà mai autogol.


Qui la difesa dei diritti e delle minoranze mi ha fatto propendere subito per la difesa del giudice e conseguente attacco alla gogna mediatica.


Due fatti differenti ma che hanno la stessa matrice. Due alte cariche dello stato che entrano nella discussione politica pubblica. Due differenti valutazioni da parte di chi li ascolta.


Per essere competenti dobbiamo valutare non ideologicamente questi fatti partendo da cosa dice la Costituzione, dove l’articolo 98 comma 3 stabilisce che “si possono con legge stabilire limitazioni al diritto d’iscriversi ai partiti politici per magistrati, militari di carriera in servizio attivo, i funzionari ed agenti di polizia, i rappresentanti diplomatici e consolari all’estero”.

Il Parlamento non ha mai legiferato in materia, allo stato attuale nessuna legge vieta l’iscrizione del magistrato e del militare ad un partito politico. Per legge non viene vietato neppure di partecipare a manifestazioni, assemblee, associazioni politiche, vietando di farlo solo se in servizio o indossando la divisa.


La Costituzione chiarisce la possibilità di intervento nello spazio politico del militare e del magistrato.
Il costituzionalista Sabino Cassese nel programma “l’aria che tira” del 6 ottobre scorso indica se oltre la possibilità, ci sia anche l’opportunità di queste uscite pubbliche nel campo della politica da parte di alte cariche statali.

Cassese risponde che i giudici devono essere neutrali, la neutralità comporta che ci sia un distacco dai partiti politici, sarebbe bene che i magistrati siano imparziali. Un magistrato che partecipa così evidentemente ad una manifestazione di parte avrebbe l’obbligo di astenersi dal lavorare ad una sentenza che verte sullo stesso tipo di conflitto (peraltro opzione prevista dalla legge).

I giudici per Cassese sono gli unici con un potere che permette loro di privare del bene essenziale per il cittadino : la libertà. Essere giudicati (o nel caso del militare potremmo dire difesi) da persone che manifestano la loro imparzialità, astenendosi dal partecipare a manifestazioni, proteste, iscrizione a partiti politici, dà l’impressione di essere trattati in maniera uguale.


Dove trovare le risposte ai nostri dubbi? Dove trovare conferma alle opinioni personali?
Abbiamo a disposizione una Costituzione che risponde alla maggior parte delle nostre domande e quando abbiamo dubbi affidiamoci a chi è competente.


Vannacci e Apostolico cosa avrebbero dovuto fare ?
Per confermare le proprie competenze avrebbero dovuto apparire anche imparziali.

Redazione

La Redazione - L’Epistocratico è il periodico dell’associazione Epistocrazia, che nasce a Milano nel 2019.
I soci fondatori, cittadini, liberi professionisti, hanno sentito la necessità di riportare al centro del dibattito, come requisiti base per una società ben governata ed eletta in modo consapevole, la competenza e la conoscenza.

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