di Luca Cappellini – Non è raro trovare sui vari gruppi social discussioni con polemiche su disservizi e proposte di miglioramenti che il proprio Comune dovrebbe risolvere e adottare. Moltissima partecipazione che dovrebbe far ben sperare. L’elettorato italiano si è finalmente preso a cuore la propria comunità e con preparazione e competenza si spende per il bene pubblico ? Leggendo gli interventi nei vari post e tra le righe dei tanti commenti si evidenzia subito una totale mancanza di conoscenza del perimetro di competenza istituzionale. Si sollecita il comune la sistemazione di una strada di competenza provinciale, si critica il sindaco per il malfunzionamento del punto di erogazione della “casa dell’acqua” che è di competenza di una società pubblica ma di cui il sindaco è solo un utente come noi, ci si lamenta con l’assessore per la mancata accensione dei lampioni che sono gestiti dalla società Enel e non dagli uffici del proprio municipio. Destinando una piccola parte del tempo passato sui social per cercare le responsabilità dei vari servizi ci si potrebbe imbattere nella sezione segnalazioni e risolvere in pochi passaggi un problema, con il minimo sforzo ottenere il massimo risultato e con l’occasione imparare qualcosa sul funzionamento del nostro paese.
Allora è vero che oltre il 50% degli italiani non conosce le funzioni comunali, regionali, delle istituzioni italiane ed europee ?
Secondo l’ultimo sondaggio di YouTrend sul grado di conoscenza degli italiani sul sistema delle istituzioni i dati non sono per nulla confortanti. Solo il 10% degli intervistati conosce il numero esatto dei nostri parlamentari, il 33% non è in grado di indicare per cosa si vota alle elezioni politiche, stessa percentuale che non è in grado di spiegare come viene eletto il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio. Prendendo la somma delle varie domande del sondaggio il calcolo della conoscenza istituzionale promuove poco più del 60% degli elettori. Un italiano su tre è totalmente incompetente sul funzionamento delle istituzioni più vicine, comuni regioni e aule di Camera e Senato, un italiano su due entra nel seggio elettorale non conoscendo minimamente i compiti e le funzioni di quelle europee. Le nostre sensazioni sono confermate, come confermata è la sfiducia nelle stesse istituzioni. Il 25° rapporto annuale sugli atteggiamenti degli italiani nei confronti delle istituzioni e della politica (fonte Demos / Università di Urbino), indica con le seguenti percentuali chi ha affermato di avere molta o moltissima fiducia nelle istituzioni: nel Comune il 48%, nell’Unione Europea il 42%, nello Stato il 36%, verso il Parlamento il 23% e nei partiti politici solo il 14%.
I poco preparati elettori considerano altrettanto poco preparati i loro rappresentanti. Questo non toglie la forte voglia di partecipare alla vita pubblica. Oltre il 60% ritiene utile la rete internet per i cittadini che vogliono partecipare con critiche e denunce verso l’azioni di politici e governanti, e sui Social vediamo queste percentuali confermate nell’affollato dibattito virtualmente pubblico. Nella vita reale l’italiano si contraddice e occupa la maggior parte del tempo in attività di volontariato e del terzo settore. Nel 2022 chi ha dichiarato di aver partecipato ad attività con associazioni di volontariato, sportive, collegate all’ambiente supera il 40% che si contrappone al 17% che indica la sua partecipazione a manifestazioni politiche e di partito. La voglia di rendersi partecipi alla vita pubblica non è poca, ma la politica, la parte che può cambiare il nostro paese e migliorare la condizione della società, è vista come inaffidabile e poco attrattiva. L’italiano qui si contraddice nuovamente, rispetto al 2012 dove solo il 28% si riteneva soddisfatto della democrazia in Italia, nel 2022 migliora la sua percezione con il 53% degli italiani che pensano alla democrazia come il miglior metodo di governo. Ma alla domanda su quale tipo di rappresentante sia meglio al governo, il 47% indica per un futuro migliore la propria preferenza per tecnici con competenze riconosciute.
Il quadro indica un paese interessato a partecipare al dibattito pubblico, una forte propensione a dire la propria senza avere competenze personali e conoscenze di quello su cui si vuole dibattere. Una navigazione nella nebbia senza stelle che ci indichino la rotta e senza carte che ci permettano di progettarla.
Sfruttiamo questa voglia di fare e dotiamoci di una bussola, l’Epistocrazia, che con la valorizzazione della competenza, della preparazione e della capacità di leggere e interpretare i numeri ci consentirà di virare e non andare a scogli.