di Giuseppe Bellissimo – Chissà se il ministro Matteo Piantedosi, a capo del Viminale, si è reso conto dell’importanza della sue dichiarazioni intervenendo su Radio1 nella giornata di ieri.
L’intervistatore chiedeva delucidazioni in merito alle dichiarazioni del ministro Salvini secondo cui esisterebbe un complotto, una regia occulta, dietro all’aumento degli sbarchi.
Piantedosi ha risposto così:
“Una regia dietro gli sbarchi? Io non ho prove, se Salvini l’ha detto, le sue supposizioni avranno sicuramente qualche fondamento. Lui da leader politico può dirlo, io da ministro dell’Interno devo avere prove concrete”,
Piantedosi si è reso conto di cosa ha dichiarato?
Non serve un’accurata analisi del testo per comprendere che a dire di Piantedosi essere “leader politici” concede la folle licenza politica di poter esternare tesi senza nessun fondamento o prova, purché siano utili alla propaganda del partito di riferimento. Che i leader politici utilizzino vane promesse o evochino nemici esterni come arma politica non è una sorpresa, ma negli ultimi anni questo è servito a spostare una massa sempre più consistente di voti espressi da cittadini assolutamente inconsapevoli.
Le parole di Piantedosi traspaiono da una parte di assoluta ingenuità e dall’altra della rassegnazione con la quale le alte cariche dello Stato accettano esternazioni di tale portata.
La democrazia italiana può ancora considerarsi tale dopo l’ammissione di spregiudicata demagogia da parte dei suoi più importanti rappresentanti?
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