Il tifo da stadio contagia il voto spagnolo

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di Simone Bonatelli – Domenica prossima, 23 di luglio si svolgeranno le elezioni politiche nazionali in Spagna, Pedro Sanchez, attuale primo ministro dimissionario ha spinto per andare alle urne in anticipo dopo i risultati deludenti del suo partito, il PSOE e soprattutto dei risultati sorprendenti di Vox, partito di estrema destra che ha conseguito ruoli di governo in città e comunità autonome importanti, prima fra tutte la regione di Valencia.
Il 10 di luglio si è svolto il primo e unico confronto proprio tra Pedro Sanchez e il candidato del Partido Popular, Alberto Núñez Feijóo in quanto rappresentati dei due principali partiti Spagnoli.


Si è trattato di un dibattito esteso, andato in onda sorprendentemente (almeno secondo me) su una catena televisiva privata. Nonostante le quasi due ore di tempo vi sono stati due grandi assenti: i contenuti e le proposte, assenza rilevabile tanto per Sanchez che Feijóo (anche se non nelle stesse proporzioni).


Ho provato a domandarmi perchè contenuti e proposte latitassero e come spesso accade le ragioni sono molteplici.
Il formato del dibattito: Vi erano se non erro 5 blocchi di discussione generale, ad esempio l’economia, la violenza sulle donne, la politica estera, etc. etc. All’interno di ciascuno dei blocchi i candidati dibattevano in totale autogestione con i giornalisti trasformati in semplici cronometristi da partita a scacchi.


Questa autogestione ha portato ad una serie di disastrose conseguenze: qualunque tema di dibattito era affrontato in termini di attacco alla controparte e di negazione dei presupposti dell’attacco in risposta. Di proposte se ne sono viste pochissime e le interruzioni e gli attacchi pretestuosi hanno soffocato ogni considerazione sull’efficacia di queste poche proposte emerse dalla confusione generale.


Feijòo per esempio ha sistematicamente evitato di rispondere alla domanda sulla lotta alla violenza sulle donne posta dalla giornalista. L’impostazione anarchica del dibattito ha impedito di forzarlo a rispondere, proseguendo la tattica di rinfacciare i danni generati da una legge del governo Sanchez inizialmente approvata con un grave difetto di forma che ha involontariamente portato alla scarcerazione diversi condannati proprio per reati di violenza machista.

Al termine del blocco nulla si è potuto evincere sulle idee di Feijòo sulle politiche da attuare in questo ambito. Pedro Sanchez ha invece puntato ossessivamente su Vox, appiattendo le idee del Partido Popular a quella della destra estrema.

Il risultato è stato il paradossale ma in fondo legittimo invito a Sanchez a confrontarsi con Abiscal (Vox) per dibattere sulle politiche di ultra destra perchè Feijòo risponde solo delle posizioni del Partido Popular. Alla fine di nuovo i contenuti e le proposte si sono perse nel rumore di fondo.


I dati: ogni candidato portava i propri dati, talvolta presentati su fogli e mostrati alle telecamere. Nessun confronto su un qualche dato condiviso. Ad ogni dato si può dare una propria interpretazione e lettura questo va benissimo ma se si partisse dal medesimo valore quantitativo ecco chi ascolta potrebbe valutare la bontà e le solidità delle argomentazioni dei candidati. Al contrario in questa cacofonia di dati divergenti si riaffermano solamente delle posizioni pregresse.

Secondo Sanchez l’economia Spagnola eccelle in europa, i livelli di occupazione sono tra i più alti mai registrati e l’inflazione, in un contesto molto avverso, è rimasta sotto controllo. Feijòo ha invece sottolineato come la Spagna negli ultimi 3 anni sia tra le ultime nazioni europee in termini di crescita (cumulata? CAGR? Chi lo sa) mentre l’inflazione ha reso tutti gli Spagnoli più poveri.


A questo punto mi sono domandato, a chi serve un dibattito così? Agli Hooligan dico io, quelli che Jason Brennan identifica come i votanti che antepongono le proprie idee all’analisi dei fatti, quelli del bias di conferma.


I dati presentati come fossero soggettivi, il privilegiare gli attacchi all’avversario all’esposizione delle proprie proposte, sono tutte cose gradite agli Hooligan. Vanno benissimo perchè non fanno altro che riaffermare le posizioni precostituite e inscalfibili da qualsivoglia dubbio.


Gli Hooligan sono anche la stragrande maggioranza del pubblico che si interessa alla politica e allora impostare il dibattito così più che un servizio pubblico è un servizio agli spettatori, gli spettatori di una rete televisiva privata. A pensare male si fa peccato ma spesso si indovina (cit.).


Ultima nota: grande coup de théâtre la proposta di Feijòo di un accordo PSOE e PP per lasciar governare il partito con più voti astendosi per escludere sinistra e destra estreme.

Oggettivamente spiazzante e geniale per il candidato, al momento, con maggiori chances di vittoria, ma aldilà del come riuscire a governare, dobbiamo pretendere che ci dicano cosa vogliono fare e quale sia la loro visione del mondo (se ce l’hanno).

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