di Stefania Piazzo – Dibattito in aula alla Camera, mercoledì 22 marzo i gruppi parlamentari replicano all’intervento della premier Meloni in vista del vertice del Consiglio europeo.
Prende la parola il cosiddetto avvocato del popolo, Giuseppe Conte, due volte premier e leader dei 5 Stelle.
Conte legge e, papale papale, scambia il delitto Matteotti con il delitto Andreotti. Si corregge, subito dopo, per uno scivolone pluristellato che scatena l’ilarità dei parlamentari vicini.
Ma sul foglio cosa c’era scritto? Andreotti? Il sette volte presidente del consiglio? Il 34 volte ministro della Repubblica e quasi capo dello Stato?
E’ vero che molti non lo amavano, Giulio Andreotti, ma forse non lo ama chi è a secco di storia contemporanea. Probabilmente perché Matteotti-Andreotti, in fin dei conti, uguali sono. Uno vale uno. Tanto, tutte e due morti sono. L’ex presidente democristiano forse con il suo sarcasmo avrebbe potuto replicare “Morto che parla, me lo gioco al lotto”. Meglio che niente.
Immagine dalla pagina facebook dedicata a Giulio Andreotti