Epistocrazia per scegliere i migliori, non i meno peggio

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di Angelo Bianco – L’illustre costituzionalista Sabino Cassese scrive la prefazione di “Contro la democrazia”: è un libro di Jason Brennan, filosofo e politologo americano, che analizza le storture della democrazia, l’etica del voto, teorizzando il fallimento del suffragio universale.
Il movimento culturale “Epistocrazia”, condividendone l’architettura di pensiero, muove la sua azione, intesa a sensibilizzare le coscienze civiche ad una revisione critica della concezione della politica ma quella con la P maiuscola, in una rappresentazione assolutamente apartitica, iniziando dalle sue fondamenta: il voto democratico. Assieme a Massimiliano Tedeschi ne abbiamo incontrato una rappresentanza del direttivo e il confronto è stato molto, molto interessante.


Il tema è complesso, la sintesi è difficile, la speculazione sociologica e la strumentalizzazione politica è facilissima ma prima o poi bisognerà cominciare ad avere il coraggio di parlarne tutti insieme.
Tutti, infatti, abbiamo un sentire comune che unisce l’Italia da Nord a Sud: è l’insofferenza alla politica e l’astensionismo dilagante di tutte le ultime elezioni ne è la prova oggettiva, i numeri non mentono.


Prima o poi bisognerà parlarne se vogliamo dirci cittadini di una democrazia veramente compiuta oppure possiamo continuare ad occuparci d’altro: Berlusconi, l’ernia del Papa e non dire, invece, di più di una guerra che sta massacrando uomini, donne e bambini, sostenuta da governi eletti democraticamente e criticata con orrore da tutti noi che ne siamo stati elettori democratici.


Sono due le criticità democratiche da cui l’EPISTOCRAZIA muove le sue riflessioni.
La prima, la più importante: bisogna ridare dignità e merito al voto!
È giusto che tutti si possano candidare quando poi più di qualcuno non è votato nemmeno da se stesso?
Tutti i partiti si battono il petto ma sono gli stessi che si augurano che nulla cambi perché solo così potranno continuare a vivere di rendita e continuare ad essere eletti ed eleggere chi vogliono. Ai partiti fa comodo tenerci ai margini delle stanze dei bottoni perché speculano sulla nostra indolenza e ci stanno riuscendo alla grande.
Io, come la maggioranza degli italiani, tornerò a votare se avrò da scegliere tra i migliori e non tra i meno peggio.
Io pretendo che sulla scheda elettorale sia segnato il nome e il cognome di chi ha merito, di chi ha competenza, di chi ha cultura, di chi ha la fedina penale linda, di chi non ha conflitto di interessi e non di chi non è mai stato nessuno perché è una idiozia che uno vale uno.
Andate a leggere i curriculum di chi è stato eletto, al parlamento come nel consiglio comunale del vostro comune.


La seconda criticità è figlia legittima della prima: bisogna ridare dignità all’elettore.
È giusto che tutti i cittadini abbiano il diritto al voto?
In Italia, “gli analfabeti funzionali” si stimano essere il 29%: sono quanti sanno leggere e scrivere ma non sanno comprendere un pensiero complesso, e votare non è un pensiero semplice.


Sono passati ormai 40 anni da quando la legge Basaglia ha esteso a interdetti e inabilitati il pieno diritto di voto ma l’estensione indiscriminata del diritto di voto ha portato a riconoscerlo anche a quei soggetti privi della capacità di giudizio necessaria (paradossalmente con la legge Basaglia anche una persona in coma profondo avrebbe diritto di voto), con il possibile rischio che il loro voto non sia libero e personale, come richiesto dall’art. 48 della Costituzione.


È giusto che il voto sia concesso prescindendo dall’età anagrafica?
Dopo gli 80 anni il rinnovo della patente è concesso solo dopo un esame che certifichi la tua integrità psichica e fisica così da non essere fonte di pericolo per se stessi come per gli altri, non serve per avere la tessera elettorale?
Il tema è davvero molto complesso ma prima o poi bisognerà avere il dovere di parlarne perché da ogni anestesia ci si risveglia ma da quella della ragione in molti non riusciamo ad aprire più gli occhi e a governarci continueranno ad esserci Caligola e il suo cavallo, ormai ne abbiamo eletto una scuderia completa.

Foto di Kyriacos Georgiou 

Redazione

La Redazione - L’Epistocratico è il periodico dell’associazione Epistocrazia, che nasce a Milano nel 2019.
I soci fondatori, cittadini, liberi professionisti, hanno sentito la necessità di riportare al centro del dibattito, come requisiti base per una società ben governata ed eletta in modo consapevole, la competenza e la conoscenza.

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