di Luca Capellini – Uno dei padri della filosofia, Platone, oltre 2400 anni fa iniziò a pensare allo stato ideale, ipotizzando quale forma di governo avrebbe consentito all’individuo di vivere felice e al cittadino in maniera in giusta partendo dalla domanda “chi deve governare?”.
L’intera filosofia politica di Platone, nel rispondere a questa domanda, è arrivata alla conclusione che la guida di un governo dovrebbe essere riservata ad un gruppo ristretto di intellettuali, un’aristocrazia, combinazione delle parole greche “ariston” che significa migliori e “kratos” potere. Un governo dei migliori, preparati e formati adeguatamente per prendere le decisioni giuste e perseguire l’obiettivo di rendere felice e giusta la vita della comunità.
Per il filosofo lo stato può essere paragonato al singolo uomo, che per essere felice e sano deve essere perfetto sia fisicamente che psicologicamente. Per il fisico basta semplicemente non essere malati. Per quanto riguarda la psiche, la questione per Platone è più complessa, divide l’uomo in tre parti, l’elemento razionale, l’elemento volitivo e l’elemento appetitivo.
La parte razionale è quel perimetro che permette di ragionare e prendere le giuste decisioni, l’elemento volitivo rende l’uomo coraggioso e garantisce la forza di volontà mentre l’elemento appetitivo riguarda le passioni e i desideri. Il giusto equilibrio delle tre parti consento il corretto funzionamento armonico della psiche umana, per trasposizione nel funzionamento dello stato corrispondono agli ingranaggi della “macchina” pubblica.
In questo stato ideale la parte razionale è composta dai governanti che amministrano e guidano la parte volitiva, composta dai guerrieri il cui compito è quello di garantire la sicurezza e prosperità dei cittadini, quest’ultima la parte appetitiva, la quale può dedicarsi alla ricerca e soddisfazione dei propri desideri.
Ognuno preparato al meglio nel perimetro delle proprie competenze consentirà allo stato, come ad un perfetto individuo, di funzionare ed essere felice e soddisfatto. Una società così organizzata dovrà avere una classe dirigente perfetta e preparata. Per fare questo sarà necessario partendo dal monitorare i giovani che verranno selezionati per ricoprire i vari ruoli futuri: i governanti, i guerrieri e il popolo.
I potenziali governanti secondo Platone dovranno continuare ad essere addestrati e con particolare attenzione nella formazione ad una mente capace di astrarre e con lo studio della filosofia, dell’aritmetica, della geometria e nell’arte della dialettica. Le prove per la classe dirigente continueranno nel valutare l’adeguatezza nell’arte del governo partendo nel far ricoprire ruoli amministrativi di basso profilo per proseguire in ruoli sempre più importanti nella guida della società. In questo percorso chiunque non riesca a dimostrare la competenza nei vari passaggi sarà escluso dall’elenco dei potenziali futuri governanti. Platone indica inoltre che per garantire che questa aristocrazia al potere non venga la tentazione di anteporre interessi personali e desiderio di arricchirsi non dovrà essergli concesso di avere famiglia e proprietà personali.
Platone ipotizza una società perfetta ma autoritaria e antidemocratica che funziona con le stesse regole di una sala operatoria: il medico che ha la preparazione scientifica indicherà la cura e dirigerà le operazioni sul corpo del malato, il quale da solo non saprebbe come curarsi.
Molte sono le critiche che si possono fare alla filosofia di Platone. Tra i rischi possiamo evidenziare come più pericolose le derive di autoritarismo. Inoltre un’organizzazione del genere può anche non funzionare in quanto l’esclusione a priori di una parte della popolazione non permette quel miglioramento della società che può essere data dall’impulso dato dalla possibilità e ambizione di accedere alla gestione pubblica da parte di tutti.
Dopo 2400 anni dalla proposta di Platone siamo arrivati alla filosofia dell’uno vale uno con la semplice e populista soluzione di sostituire il governo dei migliori con quello dei peggiori. Dareste spazio in sala operatoria a perfetti sconosciuti, che vorrebbero decidere la cura per la vostra malattia, con previsioni di guarigione minori che affidando la scelta alla roulette russa ?
L’epistocrazia può rispondere a questa contrapposizione che dura da oltre 2000 anni dando ragione sia Platone, pretendendo una classe dirigente preparata e selezionata, sottoposta ad esami sulla competenza, sia consentendo contemporaneamente che “l’uno”, il cittadino comune, possa ambire ad avere le giuste competenze per valutare quale dei cittadini“migliori” si possa guadagnare la propria preferenza elettorale.
Come per un uomo, l’armonia tra corpo e pensiero garantiscono la felicità, in uno stato ampiamente epistocratico il perfetto equilibrio tra competenza e preparazione ci darà la certezza sulla giustizia e la felicità dei propri cittadini. Senza scomodare Platone abbiamo le soluzioni, basterebbe la volontà nell’applicarle.
Foto di Giammarco Boscaro