di Giuseppe Bellissimo – Il ministero della pubblica istruzione – MIUR – è il più grande datore di lavoro d’Europa.
Fin qui tutto bene, ma la domanda sorge spontanea: sono sufficienti le risorse e i mezzi a disposizione di questo enorme colosso al fine di plasmare cittadini consapevoli?
Istruzione e formazione rappresentano ambiti di fondamentale importanza per la valorizzazione del capitale umano e soprattutto per un esercizio consapevole dei diritti di cittadinanza.
I cittadini che hanno avuto migliori e più lunghi percorsi di studio hanno mediamente, migliori opportunità di lavoro, migliori condizioni di salute e maggiore impegno sociale del singolo, con inevitabili ricadute positive su tutta la collettività.
Dalla scuola passa tutto il nucleo di consapevolezza delle società futura, ogni briciolo di conoscenza costituirà per i futuri cittadini, oggi bambini e domani adulti, la base delle proprie azioni.
Come dicevamo tutto passa dalla scuola ma nel nostro paese le risorse per l’istruzione, in rapporto al Pil, sono in costante diminuzione dal 2001 ad oggi, in netta controtendenza rispetto ad altre realtà europee come Germania e Spagna.
Oggi solo il 4,1% del Pil viene destinato all’istruzione, contro una media europea del 5%, ma il dato più drammatico riguarda le università italiane, che sono le meno finanziate d’Europa secondo un rapporto dell’osservatorio OCPI. Anche i paesi dell’ex blocco sovietico, Romania, Lituania e Ungheria fanno meglio di noi sul più alto grado di istruzione, per non parlare della ricerca.
Il nostro è un paese per vecchi è questo il sunto di tutta la vicenda, la spesa pubblica e totalmente sbilanciata su pensioni e assistenza, il futuro sarà nelle corde di pochi e la democrazia sarà in mano ad un popolo sempre più inconsapevole della realtà soggetto alle bramosie populiste dei demagoghi, alternato per forza di cose da tecnocrati che dovranno risolvere disastri sempre più grandi.
Oggi però esiste un importante spazio politico per coloro che non vogliono adeguarsi, per le persone che pretendono che istruzione, formazione vengano messe al centro del dibattito e che siano i pilastri fondamentali di una ricostituzione della nostra società e della politica.
Epistocrazia è consapevolezza e conoscenza, guide fondamentali per le società future che affronteranno problematiche sempre più complesse, il cambiamento climatico, le crisi demografiche, i flussi migratori, la geopolitica mondiale, l’informazione, l’AI, lo stravolgimento del mercato del lavoro e tutto ciò che verrà.
I prossimi anni saranno anni fondamentali per la ricostruzione delle società, ma la politica che si occupa solo dei voti e dei flussi elettorali non ha risposte per le questioni complesse, Epistocrazia invece rappresenta in modo illuminato sia la risposta sia il dubbio, un’ambivalenza che pesa come tutta la storia dell’uomo ma siamo certi che i pensieri di Socrate, Rousseau, Montesquieu e di molti altri possano sopportare adeguatamente tale enorme incombenza.
dibattito e che siano i pilastri fondamentali di una ricostituzione della nostra società e della politica.
Epistocrazia è consapevolezza e conoscenza, guide fondamentali per le società future che affronteranno problematiche sempre più complesse, il cambiamento climatico, le crisi demografiche, i flussi migratori, la geopolitica mondiale, l’informazione, l’AI, lo stravolgimento del mercato del lavoro e tutto ciò che verrà.
I prossimi anni saranno anni fondamentali per la ricostruzione delle società, ma la politica che si occupa solo dei voti e dei flussi elettorali non ha risposte per le questioni complesse, Epistocraziainvece rappresenta in modo illuminato sia la risposta sia il dubbio, un’ambivalenza che pesa come tutta la storia dell’uomo ma siamo certi che i pensieri di Socrate, Rousseau, Montesquieu e di molti altri possano sopportare adeguatamente tale enorme incombenza.