IGNORANZA, NUOVO DIRITTO O FALSA LIBERTA’?

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di Luca Cappellini – Possiamo verificare che quotidianamente nella discussione pubblica a vari livelli, partendo dalla politica del proprio piccolo comune, passando a temi più ampi sulla geopolitica o questioni più elevate come filosofia ed etica politica, se una volta veniva mostrata la prima pagina di un eminente giornale, che richiedeva almeno un piccolo sforzo per far finta almeno di aver capito qualche paragrafo per dare forza al proprio pensiero, oggi siamo passati all’invio compulsivo e senza fatica di video di TikTok per avvalorare la propria tesi.


Come faccio a discutere le mie tesi ? Ho letto e studiato per ore, giorni interi, su carta stampata, con le firme di riconosciuti professionisti e devo confrontarmi con chi mi riempie di messaggi e mi sventaglia lo smartphone sotto il naso con qualche video (anche ben fatto) di pochi secondi, condiviso da account sconosciuti ma che hanno decine di migliaia di follower come unica, ma falsa, certificazione di una presunta competenza e imparzialità ?


La scusa che usano sempre i “guardoni” di brevi video contenenti lunghe fake news è l’appello ad una presunta libertà di informazione. Libertà che non andrebbe concessa da parte loro a testate giornalistiche rinomate, le quali scrivessero inesattezze verrebbero punite, multate, costrette a dichiarare il “me culpa” in prima pagina. Sui social è possibile al contrario pubblicare video che dimostrano che l’uomo non è andato sulla luna e che il Covid non esiste e anche volendo bloccare il video, questo avrà raggiunto in pochi istanti visualizzazioni con cinque o sei cifre. Ma su questi canali nessuna normativa oggi inibisce la pubblicazione di fake news e cattiva informazione. Quando timidamente su un post che inneggia a non vaccinarsi si attiva un piccolo popup che spiega che sul Covid è meglio informarsi sulla pagina dell’OMS, viene subito invocata l’accusa di censura.


Due casi molto importanti che segneranno la discussione su libertà di parola contro divieto di disinformazione li troviamo al di qua e al di là delle sponde dell’oceano Atlantico.
Il 4 luglio in Louisiana è stata emessa un’ordinanza per la quale vengono accusate le istituzioni in quanto, secondo i ricorrenti, avrebbero violato la legge chiedendo ad alcune piattaforme social di moderare le informazioni false su Covid e vaccini. L’ordinanza vieta alle istituzioni di comunicare con i social rispetto ai contenuti delle informazioni condivise. Non si potrà chiedere la modifica, correzione, rimozione delle fake news per il sacrosanto diritto di parola. L’amminsitrazione Biden si è appellata all’ordinanza.


Sulle nostre sponde, in Francia, su impulso dei molti video fake che stimolano alla rivolta armata rispetto agli scontri che si stanno svolgendo in questi giorni, il senato ha chiesto a TikTok di regolamentare e moderare i contenuti e chiarire i legami con le autorità cinesi. Essendo di proprietà della società cinese Byte-Dance i dubbi che non ci sia un ingerenza delle autorità di Pechino non è per nulla scontata.
La Francia ha dato sei mesi di tempo per far chiarezza su modi e metodi di questo social che è diventato virale tra chi pochi anni fa o stava zitto o per lo meno leggeva un paio di pagine del “Le Monde” o del “Le Figaro” prima di prendere parola.


I prossimi mesi saranno importanti per la modifica e la gestione comunicativa sui social, non solo in America e Francia, ma la discussione sarà ripresa sicuramente anche a livello europeo (si spera).
Il solito complottista e disinformato farà la sua personale battaglia a favore della presunta libertà a colpi di post.
La situazione è sempre delicata perché quando si vuole limitare un’informazione c’è sempre il rischio che qualcuno ne approfitti per i propri interessi.
Siamo imbarcati su questa nave e c’è il rischio che il solito ubriacone, entrando per errore sul ponte di comando decida di cambiare rotta cancellando quella scientificamente tracciata dal capitano. Ci sarà sempre qualcuno che applaude, inneggiando alla libertà e non rendendosi conto della prua che ha virato verso la scogliera. Come epistocratici riteniamo che la corretta informazione sia alla base della competenza. Vigileremo su questi importanti temi come l’ufficiale di rotta fa quando il capitano indica le coordinate al timoniere.

Luca Cappellini

Warehouse Stock Manager in azienda leader delle Grande Distribuzione Organizzata. Bibliomane appassionato e quando i quattro figli lo permettono si dedica all’arte della navigazione a vela e al violento gioco degli scacchi. La parola usata più di frequente è “pragmatismo”.

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