Giugno, il libro del mese – Sabino Cassese, INTELLETTUALI

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di Luca Cappellini – Sabino Cassese ci spiega chi sono gli intellettuali, come hanno attraversato la storia e il perché sono arrivati fino ai giorni nostri affacciandosi in questo strano mondo dove uno vale uno e quel che è peggio, il meno buono di questi “uno” è in grado con una semplice connessione internet e uno scadente smartphone di comunicare la propria incompetenza al mondo intero, meglio e più efficacemente dell’intellettuale stesso. Se i media tradizionali non fossero diventati così scadenti pure loro, non saremmo così allarmati nel chiederci “chi ascolterà domani gli intellettuali?”.
Cassese parte dal ruolo nella storia degli intellettuali. Arriva ai giorni nostri sull’uso di internet e di come dovrebbero interagire in questo mondo nuovo passando dalla loro formazione, dalla selezione e “certificazione” del ruolo dell’intellettuale.
Questo è il primo libro proposto anche per un fattore “affettivo”: nel VI capitolo Cassese si domanda: “la democrazia ha bisogno degli intellettuali?”. Nel rispondere cita Jason Brennan, promotore dell’epistocrazia, parola che ho letto tra questi paragrafi per la prima volta. Non avevo neppure finito il capitolo che cercai su Wikipedia l’etimologia di questa parola a me sconosciuta. Prima di iniziare la lettura del successivo capitolo avevo completato l’iscrizione all’associazione epistocrazia grazie a Sabino Cassese. Se un costituzionalista di così grande fama e riconosciuta preparazione cita spesso questa parola è fondamentale avere il suo libro nella nostra biblioteca epistocratica.


Lettura veloce e scorrevole, Cassese spiega bene il ruolo degli intellettuali e il loro rapporto tra la permanenza sulla torre d’avorio, dove possono guardare oltre la linea dell’orizzonte e la loro discesa tra il popolo per spiegare cosa hanno visto.
Buona lettura!

Luca Cappellini

Warehouse Stock Manager in azienda leader delle Grande Distribuzione Organizzata. Bibliomane appassionato e quando i quattro figli lo permettono si dedica all’arte della navigazione a vela e al violento gioco degli scacchi. La parola usata più di frequente è “pragmatismo”.

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