TRA REGALARE LAMPEDUSA E COSTRUIRE ISOLE ARTIFICIALI, LA POLITICA MERITA DI MEGLIO

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di Luca Cappellini – Domenica sul “pratone” di Pontida un militante della Lega si è presentato con la seguente scritta stampata sulla maglietta: “Blocco navale subito! Cedere Lampedusa all’Africa“. Intervistato da varie testate giornalistiche ha dettagliato meglio la proposta. Regalare l’isola all’Africa (N.d.A. non ad uno stato specifico ma generalmente al continente africano). Trasferire i lampedusani in Sicilia costruendo e regalandogli delle villette, per precisione la stima è di 6.000 unità abitative. I conti tornerebbero in quanto i costi per questa operazione sarebbero meno della gestione dell’immigrazione.


La notizia non è tanto la folcloristica maglietta e neppure lo sproporzionato spazio dedicato dai media a queste farneticazioni. La notizia è che la politica è riuscita a fare “meglio” di Livio Ghidelli e della sua maglietta. La senatrice Michaela Biancofiore, capogruppo al Senato Civici d’Italia-Noi Moderati-Coraggio Italia-Udc-Maie, ha rilanciato proponendo di costruire un’isola artificiale in acque internazionali.

Secondo la senatrice si creerebbe nel Mediterraneo un hub dove poter dare accoglienza ai migranti, verificando se abbiano titolo ad entrare in Europa o nel caso respingerli. L’iniziativa dell’isola artificiale andrebbe costruita in collaborazione con l’Onu e le Nazioni Unite. Tralasciamo per dignità gli aspetti tecnici costruttivi di questa fantomatica isola e quelli organizzativi sulla gestione e indirizzamento dei barconi sull’isola di plastica (?) proposta.


Da dove nasce questa idea?
L’idea della senatrice è stata ispirata dall’esperienza dell’Isola delle Rose. Nel 1968 l’ingegnere Giorgio Rosa costruì a 11 chilometri davanti a Rimini, in acque internazionali, una piattaforma artificiale di 400 metri quadri con quattro pali fissati in un fondale basso e sabbioso. Proclamò lo Stato indipendente della Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose, dotato di una lingua ufficiale (l’esperanto), un governo e venne stampata anche una propria moneta. Lo Stato come prevedibile non fu riconosciuto da alcun paese del mondo e dopo pochi mesi, con l’applicazione reale di un blocco navale, venne demolito dalla marina militare.


Se la storia dell’ingegnere Rosa può rimanere un racconto romantico di un sognatore, la vendita di Lampedusa un aneddoto da film comico, la proposta della senatrice, per il ruolo che ricopre, può essere solo catalogata come una rappresentazione nella categoria dei film horror.


Leggendo certe notizie potrebbe sembrare che proposte serie e pragmatiche possano rimanere relegate nella sezione fantascienza. Abbiamo bisogno di sempre più epistocrazia per non dover catalogare notizie e proposte politiche in un sconsolante cartellone cinematografico, concedendo lo stesso trattamento dato all’Isola delle Rose demolendo con fermezza ignoranza, impreparazione e proposte assurde.

foto credit david-tip-V1nvtZ3TQ_8-unsplash

Redazione

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