IMMIGRAZIONE, IN UN TALK SHOW GIA’ VISTO

2 minuti di lettura
Un'immagine del nuovo naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia e la Marina Militare precisa che sono cinque e non sette, come in un primo momento era stato comunicato, i morti recuperati a bordo di un barcone carico di oltre 500 migranti che si ?? capovolto a circa venti miglia al largo delle coste libiche. Roma, 25 maggio 2016. ANSA/ UFFICIO STAMPA MARINA MILITARE +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++


di Luca Cappellini – Il déjà vu (pron. francese /deʒavy/ ascoltai, “già visto”), è un fenomeno psichico rientrante nelle forme d’alterazione dei ricordi (paramnesie): esso consiste in eventi, cose, animali o persone che entrano in contatto col soggetto, provocando la sensazione di un’esperienza precedentemente vista.


Guardando per errore qualche spezzone di talk show, ho dovuto consultare il calendario per verificare di non essere tornato indietro nel tempo, a settembre 2022, nel pieno della campagna elettorale.
Urla e slogan, applausi a chi colpiva più forte. Unico argomento il pericolo invasione per una certa parte politica. Come risposta gli avversari ripetevano il proprio urlo di battaglia “accogliamoli tutti”. Senza ascoltare le ragioni degli uni e degli altri e senza spiegare i propri motivi, ma soprattutto senza un numero, una percentuale, una visione.


Il calendario mi conferma che il mese è lo stesso ma è passato un anno dalle promesse della campagna elettorale. Un anno in cui è stato evidente che i blocchi navali non fossero realizzabili, il governo ha fissato in 82.705 unità gli ingressi di lavoratori non comunitari per il 2023. Questo numero è in conflitto sia con il numero di sbarchi, oltre 127.000 alla seconda settimana di settembre, sia alle richieste fatte dai datori di lavoro che nei primi mesi del 2023 attraverso il “Click Day” fissavano le istanze a quota 252.000 unità.


Gli italiani hanno votato per bloccare totalmente l’immigrazione con i blocchi navali, poi certificano che hanno bisogno per le proprie attività di oltre 250.000 lavoratori.


Sempre dalle tribune del talk show ritorna lo slogan vincente dei rimpatri forzati, nel 2018 erano stati promessi 500.000 rimpatri, oggi nel consiglio dei ministri è stato deciso di prolungare la permanenza nei centri di permanenza per il rimpatrio per 18 mesi, per massimizzare la possibilità di respingere i migranti irregolari. La realtà ha dimostrato che nel 2023 sono state riportare nei loro paesi d’origine solo 2.770 persone, a conferma della media degli ultimi anni dove i rimpatri si attestano intorno alle 3.000 persone.
I numeri non tornano ma gli slogan funzionano.

Quello che non funziona è la capacità di avere una visione. L’Africa ha attualmente una popolazione di 1,5 miliardi di abitanti e supererà nel 2030 gli 1,7 miliardi. Nel 2100 gli africani saranno 4 miliardi. I numeri indicano chiaramente di come sarebbe prioritario trovare una soluzione che oltre che umanitaria possa essere inserita per far funzionare la nostra economia in maniera sana e sostenibile.


Abbiamo numeri, percentuali, tendenze ma nessuno propone soluzioni attuabili e strutturali, almeno non nei talk show più ascoltati, che portano lo share al 7/8% o come “fuori dal coro” dove urla più forti fanno superare la soglia del 10%. Forse queste, insieme a quelle delle preferenze elettorali, sono le uniche percentuali prese in considerazione perché come ci ricorda Tancredi nel Gattopardo “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

Ma qui il politico moderno riesce anche a superare la fantasia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa forgiando un nuovo slogan: “Se vogliamo che il consenso elettorale rimanga com’è bisogna che la paura dell’elettore non cambi”. Come farebbe il politico a trovare facili soluzioni che con il minimo sforzo emozionano l’elettore?
L’unica soluzione innovativa è ispirare il cittadino con l’epistocrazia, se vogliamo che qualcosa cambi deve cambiare la preparazione e la competenza del cittadino elettore.

Foto Marina Militare

Redazione

La Redazione - L’Epistocratico è il periodico dell’associazione Epistocrazia, che nasce a Milano nel 2019.
I soci fondatori, cittadini, liberi professionisti, hanno sentito la necessità di riportare al centro del dibattito, come requisiti base per una società ben governata ed eletta in modo consapevole, la competenza e la conoscenza.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articoli recenti